Finocchio

Finocchio

Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere). Conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al 1500.

In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco (erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati. I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale (in particolare la “porchetta” dell’Alto Lazio). I cosiddetti “semi” si usano soprattutto per aromatizzare tarallini (Puglia), ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. Non contiene grassi e contiene poche calorie e per questo viene spesso utilizzato nelle diete dimagranti. Il grumolo contiene una buona percentuale di acqua, proteine, carboidrati. Sono inoltre presenti potassio, sodio, calcio e fosforo, vitamina A, B, C, D ed E e acido folico. Contiene oli essenziali che lo rendono molto diuretico e digestivo.

 

Finocchi fritti [da “Con poco o nulla“]

Prendete delle costole di finocchio, tagliatele a pezzi e cuocetele in acqua salata. Scolate e fate asciugare. Poi involtatele in una pastella fatta con farina, acqua e un pizzico di sale. Fate friggere bene in olio bollente. Anziché la suddetta pastella potente usarne un’altra con farina e uovo sbattuto.

 

 

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